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Il glifosato è un erbicida che è stato classificato dall’Agenzia per la Ricerca Internazionale sul Cancro di Lione (IARC) come probabile cancerogeno per l’uomo (gruppo 2A).
Secondo l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) il glifosato non sarebbe invece cancerogeno per la specie umana. La Food and Agricultural Organisation (FAO) afferma che il glifosato non ha particolari effetti tossici acuti e non rappresenta un rischio per effetti cancerogeni, mutageni, teratogeni o di tipo riproduttivo per la nostra specie.
Sono differenze di giudizio sostanzialmente diverse e, nella percezione del rischio trasmessa dagli organi di comunicazione, sembrerebbe prevalere l’ipotesi di un rischio grave per la salute umana.
Sono già state anche pronunciate sentenze negli Stati Uniti d’America (USA) con risarcimenti milionari a favore di soggetti ammalati di tumore che avevano utilizzato questo erbicida.
È evidente che se fosse dimostrata la cancerogenicità di questo prodotto ne deriverebbero conseguenze sia per gli utilizzatori sia per i consumatori di cibo potenzialmente contaminato da residui del fitofarmaco.
Il Congresso degli Stati Uniti d’America
Sono disponibili lettere edite dal Congresso USA che sollevano non pochi dubbi sulla validità del giudizio espresso dal gruppo di lavoro della IARC in merito al glifosato.
Innanzitutto, risulterebbe che il Presidente del Gruppo di Lavoro che ha curato la valutazione (Christopher Portier) non avrebbe dichiarato, come doveroso, di aver percepito una rilevante somma di denaro da parte di studi legali statunitensi impegnati in contenziosi a fini risarcitori nei confronti dell’azienda produttrice di fitofarmaci contenenti glifosato.
In secondo luogo, è stato rilevato che un epidemiologo statunitense, componente del Gruppo di Lavoro e coordinatore di un grande studio sugli agricoltori americani, non avesse portato in discussione i risultati dello studio stesso, appena concluso, con esiti negativi rispetto all’ipotesi di potenziali effetti cancerogeni. La giustificazione sarebbe stata che lo studio non era ancora pubblicato al momento della valutazione del Gruppo. Questi elementi gettano forti ombre sulla validità del giudizio della IARC sugli effetti cancerogeni del glifosato.
Noi di Fooderapy
Questo aspetto è sicuramente rilevante, ma non attiene comunque ai prodotti che commercializziamo, dal momento che si tratta di coltivazioni biologiche che non prevedono l’uso di sostanze chimiche.
Bibliografia:
FAO specifications and evaluations for agricultural pesticides: glyphosate http://www.fao.org/fileadmin/templates/agphome/documents/Pests_Pesticides/Specs/Glyphosate_2016_02_10.pdf